L’economia circolare e la sostenibilità nel panorama aziendale moderno.
L’economia circolare e la sostenibilità sono tematiche di grande rilevanza nel panorama attuale dell’azienda moderna. In Italia, il panorama normativo sull’economia circolare e sostenibilità si inserisce nella più ampia cornice del “Piano di Azione per l’economia circolare” europeo, parte a sua volta del pacchetto “Fit for 55”. Quest’ultimo è stato elaborato nell’ambito dell’iniziativa del Green Deal, con cui l’Europa punta, tra gli altri obiettivi, a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 a disaccoppiare la crescita economica dall’uso di risorse anche attraverso un piano specifico per l’approvvigionamento delle materie prime critiche.
Il piano d’azione contiene indicazioni per l’intero ciclo di vita dei prodotti, dalla progettazione ecocompatibile (ecodesign), alla circolarità dei processi produttivi, per finire con la riduzione della produzione di rifiuti e il loro recupero e riciclo. Norme specifiche riguardano alcuni settori critici: plastica, tessile, RAEE, cibo e acqua, imballaggi, batterie e veicoli.
In ambito nazionale, la visione sull’economia circolare e sostenibilità è contenuta nella “Strategia nazionale per l’economia circolare”, che propone strumenti finanziari a supporto dell’utilizzo di materiali riciclati (incentivi e tassazione), lo sviluppo di progetti di simbiosi industriale e il rafforzamento delle normative su End of Waste (EoW), sottoprodotti e CAM e la loro applicazione a settori strategici come costruzioni, tessile, plastiche e RAEE.
Gli strumenti finanziari e le normative a sostegno dell’economia circolare e sostenibilità.
I decreti sugli EOW sono di particolare importanza per uniformare e alleggerire gli adempimenti burocratici necessari, sia in fase autorizzativa degli impianti di recupero che per la qualifica e il commercio degli EOW. L’entrata in vigore del D. Lgs. 152/22, superate alcune criticità nella sua prima versione, darà una forte spinta al recupero dei materiali da costruzione e demolizione e altri rifiuti inerti e minerali.
Nell’ambito sottoprodotti, il D.P.R. 120/2017 ha permesso il riutilizzo di un’ingente quantità di terre e rocce da scavo: nel solo Veneto, sono centinaia i cantieri che ne hanno beneficiato, con un risparmio significativo di risorse naturali e di conferimenti di rifiuti in discarica.
I Criteri Ambientali Minimi (CAM), in vigore per alcuni prodotti acquistati dalla pubblica amministrazione, stabiliscono un contenuto minimo di materia riciclata, recuperata o di sottoprodotti, da certificare attraverso uno dei seguenti strumenti:
- Dichiarazione ambientale di prodotto EPD;
- Certificazione “Remade in Italy”;
- Certificazione di conformità alla prassi UNI/PdR 88;
- Marchio “Plastica seconda vita”;
- Alcune norme specifiche per materiali in PVC;
- Altre certificazioni di prodotto rilasciate da un organismo di valutazione.
Sempre nell’ambito della strategia nazionale, è stato proposto un metodo per la misura della circolarità di un’organizzazione, descritto nello standard UNI/TS 11820 e che si basa su un set di 71 indicatori divisi in 6 categorie e applicabili ad aziende di qualunque dimensione e tipologia. La stessa metodologia dovrebbe essere trasposta nello standard internazionale ISO 59020.
Altri strumenti citati nella strategia sono infine la simbiosi industriale e la bioeconomia. Anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si occupa di economia circolare e sostenibilità nella missione 2 – componente 1 “Economia circolare e agricoltura sostenibile”.
Interessanti gli strumenti finanziari a supporto di progetti sull’economia circolare e sostenibilità. Tra gli altri:
- Fondi PNRR;
- Fondo per la crescita sostenibile;
- Regolamento europeo sulla Tassonomia, che definisce sostenibili e quindi candidati a vantaggi finanziari gli investimenti che contribuiscono ad almeno uno di 6 obiettivi tra cui “transizione verso un’economia circolare, inclusa la prevenzione dei rifiuti e l’aumento dell’utilizzo di materie prime secondarie”.
L’applicazione pratica dei concetti di economia circolare e sostenibilità nelle aziende produttive può avvenire attraverso l’implementazione di una serie di misure e strategie, diverse delle quali sono definite dai perimetri normativi descritti precedentemente, alle quali sono collegate inoltre importanti opportunità di finanziamento.
Misure e strategie per l’integrazione dell’economia circolare e sostenibilità.
Di seguito elenchiamo alcune delle pratiche più comuni che possono aiutare a raggiungere l’obiettivo di integrare questi concetti in azienda:
- Ecodesign: Le aziende possono adottare una prospettiva di progettazione che tiene conto del ciclo di vita completo del prodotto. Ciò implica la progettazione di prodotti che siano durevoli, riparabili, aggiornabili e riciclabili. L’obiettivo è ridurre la generazione di rifiuti e facilitare il riutilizzo e il riciclo dei materiali a fine vita.
- Ottimizzazione dell’efficienza delle risorse: Le aziende possono cercare di ridurre al minimo l’uso di risorse come l’energia, l’acqua e i materiali nella produzione. Ciò può essere fatto attraverso l’adozione di tecnologie efficienti dal punto di vista energetico, l’implementazione di processi produttivi più efficienti e l’ottimizzazione della gestione dei materiali, che passa anche da una razionalizzazione della progettazione dei prodotti a monte.
- Riciclo e recupero: Le aziende possono implementare sistemi mirati al recupero di materiali dagli scarti di produzione per reintegrarli nel ciclo produttivo (riciclo primario). Inoltre, possono cercare partnership con altre aziende per lo scambio di sottoprodotti o materie prime secondarie (EoW, sottoprodotti), creando così una rete di simbiosi industriale, che sposa perfettamente i concetti di economia circolare e sostenibilità.
- Riduzione dei rifiuti: Le aziende possono adottare strategie per ridurre la quantità di rifiuti generati durante il processo produttivo. Ciò può includere l’ottimizzazione dei packaging, l’utilizzo di materiali riciclabili o biodegradabili e l’implementazione di pratiche di gestione dei rifiuti più efficienti per avviare correttamente questi rifiuti alle filiere di recupero.
- Economia di condivisione e modelli di servizio: Le aziende possono adottare modelli di business basati sulla condivisione, come il leasing o il noleggio di prodotti anziché la vendita diretta, modificando la propria attività verso il “prodotto come servizio” (product as a service). Questo favorisce l’uso più efficiente delle risorse, in quanto un prodotto può essere utilizzato da più utenti nel corso della sua vita utile.
- Coinvolgimento dei fornitori: Le aziende possono lavorare in collaborazione con i fornitori per promuovere pratiche sostenibili lungo l’intera catena di approvvigionamento. Questo può includere l’adozione di criteri di sostenibilità nella selezione dei fornitori, la promozione di pratiche di gestione sostenibile delle risorse e l’implementazione di programmi di tracciabilità per garantire la provenienza sostenibile dei materiali. Questo risultato può essere ottenuto anche grazie all’implementazione di tecnologie digitali di filiera, come la blockchain.
Benefici e vantaggi dell’adozione di pratiche sostenibili.
È importante notare che l’applicazione pratica dei concetti di economia circolare e sostenibilità può variare a seconda del settore industriale, delle risorse coinvolte e delle specificità dell’azienda. Tuttavia, l’adozione di misure di economia circolare e sostenibilità può portare a benefici economici, riduzione dei costi operativi, vantaggi competitivi e una migliore reputazione aziendale, andando altresì ad intercettare diversi tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) fissati dalla strategia europea “Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”.